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Andrea Parodi *Non potho reposare*

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Messaggio  vayiolet.ta Mer 7 Mag 2014 - 16:05

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ANDREA PARODI UNA DELLE VOCI SPLENDIDE ITALIANE

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Non potho reposare

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Salvatore Sini - Giuseppe Rachel

Il titolo originale di questa canzone, che da sempre giudicato di straordinaria bellezza, è "A Diosa". Il testo è stato scritto nel 1920 da Salvatore Francesco Sini [Badore], avvocato e poeta di Sarule (nato nel 1873, morto a Nuoro nel 1954) e si compone di nove sestine, cui ne seguono altre nove col titolo "A Diosu".
Il testo"A Diosu" inizia coi versi «Si tue non bi podes riposare…», in risposta al non potho reposare della precedente canzone, come se nella mente del poeta ci fosse l’intenzione di comporre un dialogo poetico-musicale. Nel 1921, Giuseppe Rachel (di famiglia originaria di Parma, nato a Cagliari nel 1858, morto a Nuoro nel 1937), allora direttore della banda musicale di Nuoro, lo musicò, con gli esiti di successo che tutti oggi sappiamo.

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Al primo posto viene messa l’interpretazione accorata di Andrea Parodi.

Personale lettura del brano


Non potho reposare, amore e coro... Come potrebbe l'amore conoscere sonno o sosta? L'amore vive di consapevolezza, di giorno e di notte, quando davvero si è innamorati, consapevolezza l'uno dell'altra, che mette al centro del mondo, costantemente, l'amato e l'amata. E' un dono speciale che non si può sprecare neppure per un secondo, per colpa di uno sguardo distratto o un pensiero che non contempli l'altro, non importa se fisicamente lontani. Questo il pensiero dominante, e rivelatorio, del poeta in Non potho reposare.
Attenzione e cura, ribadisce l'autore dei versi, che ugualmente significano amore. Pensende a tie so, donzi momentu... Di qui in avanti, nello sviluppo avvolgente del brano, tutto sembra muoversi in una dimensione quasi sospesa fra l'onirico e il reale, la cui musica sostiene questa suggestiva dimensione attraverso una discreta e allegra mazurka, contemperando così uno spirito decisamente popolare, non senza una sottesa venatura di tristezza, con i sentimenti più profondi e più intensi dell'innamoramento. L'utilizzo poi della tonica all'ottava superiore fa risaltare la melodia, le conferisce leggerezza e ariosità, arricchita nel contempo da caratteristiche appoggiature sul quinto grado.
Ca t'amo, forte t'amo, t'amo e t'amo. L'amore è di per sé infinitezza, diversamente da qualunque altra realtà terrena, una infinitezza che ci apre al soprannaturale. Ed è in fondo questa continuità dell'amore, senza calcoli né condizioni, che ci rende capaci di godere di gioie eterne. Ecco dunque emergere la spazialità straordinaria di una poesia e di una canzone, la spazialità nella quale ci ritroviamo veri e insieme come surreali. Dove ogni desiderio, pensiero e sentimento non è che un susseguirsi dello stesso respiro: amore e ancora amore. La specularità dell'uomo e della donna, attraverso lo sguardo unico dell'amore, appare qui di riflesso in alcune frasi musicali anch'esse metricamente speculari.
Ogni gesto della vita prende forma, si orienta e si motiva con il solo spirito dell'amore, con la sua forza, la sua bellezza, la sua ambizione sempre alta e feconda. E questo ci dà già la certezza che la persona amata non cadrà mai nella tristezza, nello smarrimento o nel dolore, dice il poeta. Osservando la struttura melodica di Rachel, almeno nella prima strofa, notiamo che la frase musicale si risolve con una figurazione ritmica abbellita in forma terzinata, concludendo il tema musicale sul terzo grado dell'accordo di tonica. Si noti poi, di conseguenza, come la chiusura rimanga nell'ambiguità e come questa dia, nuovamente, un senso di infinitezza: da un lato esaurisce formalmente la strofa e dall'altro lascia un senso di indeterminatezza e di attesa.
La commistione poetico musicale del brano parte dunque da qui, dal superamento di convenzioni, di limiti tecnici; e per il poeta, in particolare, tutto prende le mosse, tutto diviene sogno e insieme vissuto a partire dall'amore, che in questo modo è già rimozione di timori, distanze e umana precarietà. Per cui tutto è possibile, anche creare e donare, a beneficio dell'amata, unu mundu bellissimu pro tene/ pro poder dispensare cada bene. Il brano procede così, uno scatto dopo l'altro, in un crescendo di visioni emotive e di rinnovata intensità, quasi volesse librarsi nell'aria, liberando gli innamorati dalle catene della lontananza o di una severa quotidianità. In virtù dell'amore, dice il poeta, riconoscente, potrei trasferire sulla terra il Paradiso, tutto per te. Sì, perchè la donna amata è il sole che m'illumina, che mi esalta il cuore e la mente. Di qui il lampo di luce e di calore che accompagna - con il viatico del canto- il viaggio esistenziale di un uomo e una donna, dove l'affidarsi l'uno all'altro li tiene comunque uniti, sino a farne un solo corpo, una sola anima e, in definitiva, un unico destino. Pensende chi m'istimas mi ristoro/ chi de sa vida nostra tela e tramas/ han sa matessi sorte prite m'amas.

Dopo un viaggio durato più di ottant'anni, possiamo infine affermare che Non potho reposare è approdata e profondamente ancorata nel porto a cui desiderava tanto arrivare, quello del nostro cuore. Oggi amiamo davvero questa canzone, la consideriamo giustamente un piccolo quanto prezioso capolavoro, di per sè un patrimonio poetico e musicale. Un patrimonio nel quale la maggior forza risiede nella sua sfera naturalmente spirituale: è infatti una forza tutt'altro che muscolare, la sua, e il suo canto si rivela e ci coinvolge con una straordinaria fascinazione. E' infatti un canto che, affrancato dai confini e dalle mode, ci fa riscoprire interiormente, pervasi dallo suo stesso amore. In ogni tempo.


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NON POTHO REPOSARE. UNA DELLE CANZONI PIU' BELLE, PIU' ANTICHE E PIU' POPOLARI
DELLA TRADIZIONE MUSICALE SARDA.


Questo brano l'ho voluto inserire nella mia sezione perchè mi ha coinvolta magicamente..
Andrea Parodi emana una forza di combattere per la vita..forza che lui stesso ha dimostrato fino all'ultimo suo concerto.
Inseriti alcuni video che mettono in risalto la sua splendida voce e la struggente interpretazione.

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]CON TRADUZIONE



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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]DUETTO CON UN'ALTRA GRANDE "MARIA CARTA"

interprete rappresntativa mondiale della canzone sarda,in questo brano la si vede già con la malattia che la stà divorando
e che poi si prenderà pure Andrea Parodi..due voci che hanno condiviso l'amore viscerale per la loro Isola
e che il destino si è portato via con la stessa sorte..



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(Concerto di addio, Cagliari 26 settembre 2006)

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]DUETTO CON "ELENA LEDDA"



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[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]LO STESSO BRANO CANTATO NELL'ULTIMO CONCERTO DI ANDREA"



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Ultimo concerto allì anfiteatro romano di Cagliari 22 settembre 2006 - Andrea nonostante la sua malattia incurabile che lo sta annientando trova la forza di cantare , di ridere e scherzare con il suo amato pubblico , ormai e' sorretto solo dalla forza dell'amore per la sua famiglia , e come lui stesso dira' dalla morfina che tiene infilata nel marsupio ...nonostante questo si scusa con gli spettatori se ogni tanto si deve sedere , lo fa con molta dignita' e gentilezza , ma quello che mi ha lasciata senza parole e' questa canzone che canta con lo sguardo rivolto verso Valentina, sua moglie , con la quale le dichiara il suo immenso amore , e' una cosa struggente ..Ci tengo a sottolineare che non ho pubblicato questo video per aumentare la popolarita' , l'ho fatto perche' vorrei che si diffondesse questo messaggio che Andrea ha dato con tanta dignita' verso un bene prezioso che ormai stiamo dimenticando ....la vita e l'amore .Personalmente a me ha dato una grande emozione e mi piacerebbe che tutti riflettessimo sulle cose piu' importanti della nostra vita ...Grazie Andrea ,sei indimenticabile.


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ORIGINALE

Non potho reposare, amore e coro,
pensende a tie so donzi momentu.
No istes in tristura, prenda 'e oro,
ne in dispiaghere o pensammentu:
t'assicuro chi a tie solu bramo,
ca t'amo, forte t'amo, t'amo e t'amo.

Amore meu, prenda de istimare,
s'affettu meu a tie solu est dau.
S'hare giuttu sas alas a bolare
milli vortas a s'ora ippo volau,
pro venner nessi pro ti saludare
si atera cosa, nono, a t'abbisare.

Si m'esseret possibile de anghelu
s'ispiritu invisibile picabo
sas formas et furabo dae su chelu
su sole, sos isteddos e formabo
unu mundu bellissimu pro tene
pro poder dispensare cada bene.

Amore meu, rosa profumada,
amore meu, gravellu oletzante,
amore, coro, immagine adorada,
amore, coro, so ispasimante,
amore, ses su sole relughente,
ch'ispuntat su manzanu in oriente.

Ses su sole ch'illuminat a mie,
chi m'esaltat su coro e-i sa mente;
lizu vroridu, candidu che nie,
semper in coro meu ses presente.
Amore meu, amore meu, amore,
vive senz'amargura nen dolore.

Si sa luche de isteddos e de sole,
si su bene chi v'est in s'universu
hare pothiu piccare in d'una mole
commente palumbaru m'ippo immersu
in fundu de su mare a regalare
a tie vida, sole, terra e mare.

Unu ritrattu s'essere pintore,
un'istatua 'e marmu ti vachìa
s'essere istadu eccellente iscultore,
ma cun dolore ti naro: "Non d'ischìa".
Ma non balen a nudda marmu e tela
in cunfrontu a s'amore, de oro vela.

Ti cherìo abbratzare ego e basare
pro ti versare s'anima in su coro,
ma de lontanu ti deppo adorare.
Pensende chi m'istimas mi ristoro,
chi de sa vida nostra telas e tramas
han sa matessi sorte prite m'amas.

Sa bellesa de tramontos, de manzanu
s'alba, s'aurora, su sole lughente,
sos profumos, sos cantos de veranu,
sos zeffiros, sa brezza relughente
de su mare, s'azzurru de su chelu,
sas menzus cosas dò a tie, anzèlu.
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