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Canis lupus familiaris

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Canis lupus familiaris Empty Canis lupus familiaris

Messaggio  vayiolet.ta Lun 28 Set 2015 - 17:38




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Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Placentalia


Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Caninae
Genere Canis
Specie C. lupus
Sottospecie C. l. familiaris
Nomenclatura trinomiale
Canis lupus familiaris
Linneo, 1758



« Non esiste patto che non sia stato spezzato, non esiste fedeltà che non sia stata tradita, all'infuori di quella di un cane veramente fedele. »
(Konrad Lorenz)

Il cane (Canis lupus familiaris Linneaus, 1758) è un mammifero carnivoro appartenente al genere Canis (famiglia canidi). Con l'avvento dell'addomesticazione si è distinto dal lupo, del quale rappresenta una forma neotenica (anche se al riguardo ci sono opinioni divergenti). Rispetto al lupo, ha canini meno aguzzi, zanne bianche, zampe più estese, intestino più lungo ed è privo di artigli affilati.

L'addomesticamento del cane da parte dell'uomo ha origini antichissime. I più antichi resti fossili di cane in uno stanziamento umano sono stati rinvenuti in una tomba natufiana, e risalgono a 11.000-12.000 anni fa; ma si suppone che l'origine del rapporto fra le due specie si collochi molto più indietro nel tempo, fra 19.000 e 36.000 anni fa. Lo studio di un cranio di "canide simile a un cane" ma non direttamente collegato al cane moderno, rinvenuto nei monti Altai in Siberia, ha fatto ipotizzare che le diverse razze canine moderne non abbiano un unico progenitore comune, ma discendano da diversi distinti processi di addomesticamento dei lupi in diverse aree del mondo.

Nel 2001 la popolazione stimata di cani era di 400 milioni; secondo un'altra fonte, nel 2015 sono aumentati fino a diventare 530 milioni.

Etimologia

La parola "cane" deriva dalla parola del latino "canis". Il prefisso cino- (usato in molti termini composti, come cinofilia) deriva dal greco kyon / kynòs (κύων, κυνός, ὁ); questa radice è comune a tutte le lingue indoeuropee tra cui il sanscrito e il vedico (çuan). L'origine rimane incerta.

Biologia

Il cane è molto vario nelle sue caratteristiche biologiche, per la selezione operata dalla natura (per i diversi luoghi di provenienza), per le varie specie nate nel corso dei secoli, e soprattutto per via della selezione operata dall'uomo (suo compagno fin dall'età preistorica); questa varietà è tale da richiedere, secondo alcuni[senza fonte], la divisione in sottospecie e morfologie. Il peso dell'adulto può variare da 700 g ai 111 kg. Ha un ciclo estrale che si ripete due volte l'anno (mentre il lupo ha un periodo d'estro l'anno); questa caratteristica è dovuta in parte alla selezione effettuata nei secoli dall'uomo (per facilitare l'allevamento), in parte alla selezione naturale.[senza fonte]

Per tutte le razze il periodo di gestazione è di circa 62 giorni. Vengono alla luce da 1 a 10 piccoli, a seconda della taglia dell'animale. Notevoli sono i cambiamenti apportati nel corso dei secoli dalla selezione operata dall'uomo, sia come caratteristiche fisiche (colore, peso, qualità sensoriali), sia come caratteristiche di socializzazione. Notevole importanza è stata posta da sempre nell'educazione e nel comportamento del cane. Tutte le razze hanno una predisposizione al comportamento giocoso e socievole durante la loro esistenza: caratteristiche che nel lupo, in parte, scompaiono in età adulta.

Il senso dell'olfatto (Rinario)

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Il cane ha un senso dell'olfatto molto sviluppato; la corteccia olfattiva ha un ruolo predominante nel cervello del cane, analogamente a quanto avviene per la corteccia visiva dell'uomo. Si stima che i cani abbiano un olfatto 100 milioni di volte più sviluppato, quindi più efficace per le varie necessità, di quello umano.

Parte fondamentale del suo processo di riconoscimento degli odori è la conformazione del suo naso (il tartufo o rinario) e soprattutto la potente mucosa interna, in grado di distinguere una sola molecola di una sostanza su milioni di altre[senza fonte]. Il tartufo rappresenta l'estremità terminale del naso del cane. L'impronta delle circonvoluzioni che lo contraddistinguono è specifica dell'individuo e, al pari delle impronte digitali dell'essere umano, può essere usata come efficace sistema di riconoscimento[senza fonte]. La mucosa che riveste internamente il naso del cane svolge gli stessi compiti di quella di qualsiasi altro mammifero. All'estremità del tartufo si trovano le froge o cavità per aspirare l'aria e, come in altri mammiferi, al confine mucosocutaneo, ci sono vibrisse laterali, grossi peli con funzioni sensoriali molto importanti.

Oltre all'olfatto, il naso del cane ha molte funzionalità aggiuntive. La maggior parte delle ghiandole sudoripare del cane sono concentrate nella mucosa interna del tartufo, cosa che lo rende importante dal punto di vista della regolazione termica. Inoltre, esso è dotato di recettori del freddo che recepiscono l'evaporazione dell'umidità causata dalle correnti d'aria, e consentono al cane una notevole precisione nel determinare la direzione di provenienza degli odori. Questa caratteristica è stata sfruttata dall'uomo per l'addestramento di cani per la ricerca di animali, persone, tartufi, o sostanze particolari, come stupefacenti o esplosivi.

Evoluzione


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I più recenti studi basati sulla genetica, supportati da ritrovamenti paleontologici, hanno portato a ritenere valido il riconoscimento del lupo grigio (Canis lupus) come progenitore del cane domestico, riconosciuto come sottospecie (Canis lupus familiaris). Ancora incerte sono le ipotesi sul processo di domesticazione. Una delle ipotesi più accreditate è quella dei coniugi Ray e Lorna Coppinger, biologi, che propongono la teoria di un "domesticamento naturale" del lupo, una selezione naturale di soggetti meno abili nella caccia, ma al contempo meno timorosi nei confronti dell'uomo, che avrebbero cominciato a seguire i primi gruppi di cacciatori nomadi, nutrendosi dei resti dei loro pasti, ma fornendo inconsapevolmente un prezioso servizio di "sentinelle", stabilendosi in seguito nei pressi dei primi insediamenti, e dando il via ad una sorprendente coabitazione tra due specie di predatori, con reciproci vantaggi.

Alcuni di questi "cani selvatici" sarebbero poi stati avvicinati ed adottati nella comunità umana (cani del villaggio, i "cani pariah" che si trovano ancora in alcune società, "di tutto il villaggio", tollerati per il loro ruolo di spazzini e di predatori di piccoli animali nocivi), dando il via ad un perfetto esempio di coevoluzione. Quasi certamente, come dimostrato anche dagli studi di Dimitri Belayev, la naturale selezione basata sulle attitudini caratteriali al domesticamento ha provocato la comparsa di mutamenti fisici (dalla riduzione del volume cranico, all'accorciamento dei denti, ma anche la comparsa di caratteri quali le chiazze bianche sul mantello e le code arricciate).


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In una ricerca pubblicata nel 2013 sulla rivista scientifica Science, alcuni ricercatori dell'Università di Turku in Finlandia hanno utilizzato il DNA mitocondriale,comparando il genoma di 18 canidi preistorici europei e americani con uno spettro del genoma di cani e di lupi attuali. Le somiglianze risultanti dalla comparazione indicherebbero che filogenicamente tutti i cani moderni sono maggiormente simili ai cani europei, sia moderni che preistorici. Le analisi molecolari suggerirebbero come datazione che i primi casi di addomesticamento del cane dal lupo risalirebbero ad un periodo compreso tra il 18.800 e 32.100 anni fa, in popolazioni nomadi di cacciatori raccoglitori europee.Questo studio contraddirebbe la tesi secondo la quale le prime domesticazioni siano avvenute in Asia in popolazioni stanziali; anche se episodi "abortiti" di domesticazione sono avvenuti in varie epoche e luoghi. In Europa primo resto archeologico di cane è stato ritrovato in Belgio nella caverna di Goyet (nelle Ardenne) e risale a 31.000 anni fa. Scoperto nel 1870 si è ritenuto per molto tempo che fosse un lupo ma nel 2007 è stato ristudiato e ricatalogato. Inoltre, nei siti archeologici più antichi, numerosi sono i ritrovamenti di resti di cani (che pure testimoniano le prime differenze dall'antenato selvatico). La testimonianza più antica di un legame fra cani ed umani risale al Gravettiano (circa 28.000 anni fa) e sono le orme di un bambino e di un cane ritrovate presso la grotta di Chauvet, nel sud della Francia.


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Sono stati scoperti siti tombali risalenti allo stesso periodo (25.000/28.000 anni fa) che dimostrano una sepoltura rituale di cani (introduzione di un osso di mammut nella bocca di uno dei tre cani ritrovati). Tuttavia, la prima testimonianza di un legame affettivo tra uomo e cane risale al più recente periodo natufiano (circa 12.000 anni fa) presso il sito di Ein Mallaha in Israele con una tomba che conserva i resti di un uomo anziano coricato su un fianco in posizione fetale che protende un braccio verso i resti di un cucciolo di cane.Alla luce delle esperienze in cui si è tentato di addomesticare il lupo (tentativi tutti miseramente falliti) o di ibridazione dello stesso con i cani (gli unici tre tentativi riusciti, dopo innumerevoli peripezie, sono il Cane lupo cecoslovacco, il Saarloos e il Lupo Italiano) sembra alquanto inverosimile che la prima differenziazione tra razze diverse sia da attribuire alle diverse sottospecie di lupo (che, secondo la tradizione, vennero addomesticate quasi contemporaneamente in diverse parti del mondo, in situazioni geografiche e climatiche altrettanto dissimili); appare più logico, invece, che le prime razze siano state selezionate in maniera molto più semplicemente empirica tramite l'accoppiamento di cani pariah con caratteristiche analoghe (ad esempio i levrieri ancestrali possono essere stati il frutto di selezione fra cani snelli, veloci ed abili predatori, così come gli antenati del Basenji furono selezionati accoppiando cani di piccola taglia con gambe snelle particolarmente abili nel cacciare i topi).

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Un esemplare di Canis lupus familiaris al Passo dello Stelvio
Successivamente, i soggetti più dotati fisicamente e/o attitudinalmente per i diversi impieghi, furono selezionati con metodi sempre più efficaci: a quanto pare i primi ad effettuare un processo selettivo sistematico furono i romani intorno al III-IV sec. a.C. Può essere interessante osservare come le grandi variazioni morfologiche che hanno permesso al lupo di "trasformarsi" in Alano, Chihuahua oppure Bassotto, si siano presentate nel corso dei secoli in forma involontaria, vere e proprie mutazioni spontanee che l'uomo ha saputo sfruttare.

Si sono talvolta sfruttate quelle che potevano apparire assurde bizzarrie genetiche, quali il nanismo acondroplasico (arti corti su corpi normali), utili in cani adibiti a seguire la selvaggina nel folto dei cespugli, o dentro le tane: ecco la comparsa delle forme "bassotte" in molte razze da caccia. Molto interessante, poi, la ricostruzione dell'evoluzione delle razze attraverso il fenomeno del pedomorfismo neotenico, la conservazione cioè nei cani adulti di alcuni tratti morfologici e caratteriali tipici di diverse fasi giovanili dello sviluppo del lupo.
In base a tale teoria, si possono raccogliere le razze in 4 gruppi:

•cani primitivi - Discendenti del lupo e del coyote; con proporzioni della testa e struttura generale fortemente lupine, orecchie erette. Esempi: Groenlandese, Pharaon hound, Basenji, Västgötaspets, Siberian Husky, Samoiedo
•pedomorfi di primo grado - teste allungate, stop accentuato, orecchie semi erette. Sono segugi e cani paratori, con spiccato istinto all'inseguimento. Esempi: Wolfhound, Bloodhound, Bracco, i Collie, i Terrier, Bassotto
•pedomorfi di secondo grado - teste più larghe, musi più quadrati, stop marcato, orecchie pendenti, pelle più spessa. Cani giocatori con gli oggetti, buoni riportatori. Esempi: Terranova, Golden Retriever, Barbone, Cavalier King Charles Spaniel, Bichon Frisé
•pedomorfi di terzo grado - accentuati diametri trasversali, musi corti o cortissimi, occhi frontali, orecchie piccole e cadenti, cute abbondante che forma rughe, molto predisposti all'accumulo di grassi. Cani "lottatori" (anche nella forma giocosa), fortemente territoriali e diffidenti. Esempi: i mastini, i cani da montagna, i cani da presa, Bulldog, Carlino, Pechinese.
Nel tempo, l'uomo ha selezionato diverse razze e varietà di cani, per avere un aiuto nelle sue attività: esistono quindi razze di cani da pastore, da caccia, da guardia, da compagnia, da corsa e altre.

RAZZE
Classificazione F.C.I. per gruppi e sezioni
•Gruppo 1: Cani da Pastore e Bovari (esclusi Bovari Svizzeri)
Cani da Pastore
Cani da Bovari (esclusi Bovari Svizzeri)
•Gruppo 2: Cani di tipo Pinscher e Schnauzer, Molossoidi e Bovari Svizzeri
Tipo Pinscher e Schnauzer
Tipo Pinscher
Tipo Schnauzer
Tipo Smoushound
Tipo Russkiy Tchiorny Terrier
•Molossoidi
Tipo cane da montagna
Tipo Mastino
Bovari Svizzeri
•Gruppo 3: Terrier
Terrier di taglia grande e media
Terrier di piccola taglia
Terrier di tipo Bull
Terrier di tipo Toy
•Gruppo 4: Bassotti
Bassotti
•Gruppo 5: Cani di tipo Spitz e di tipo primitivo
Cani nordici da slitta
Cani nordici da caccia
Cani nordici da guardia e da pastore
Spitz Europei
Spitz Asiatici e razze affini
Tipo primitivo
Tipo primitivo da caccia
Tipo primitivo da caccia con cresta sul dorso
•Gruppo 6: Segugi e cani per pista di sangue
Cani da Seguita
Sezione 1.1: Taglia grande
Sezione 1.2: Taglia media
Sezione 1.3: Taglia piccola
Cani per pista di sangue
Razze affini

•Gruppo 7: Cani da ferma
Cani da ferma continentali
Tipo Bracco
Spinone italiano
Tipo Epagneul
Tipo Griffon
Cani da ferma britannici ed irlandesi
Tipo Pointer
Tipo Setter
•Gruppo 8: Cani da riporto - Cani da cerca - Cani da acqua
Cani da riporto
Cani da cerca
Cani da acqua
•Gruppo 9: Cani da compagnia
Bichons e affini
Tipo Bichon
Tipo Cotton de Tuléar
Tipo Piccolo cane leone
Barboni
Cani Belgi di piccola taglia
Tipo Griffons
Tipo Petit Brabancon
Cani nudi
Cani del Tibet
Chihuahua
Shihtzu
Spaniel inglesi da compagnia
Spaniel giapponesi e pechinesi
Spaniel nani continentali
Kromfohrländer
Molossoidi di piccola taglia
•Gruppo 10: Levrieri
Levrieri a pelo lungo o frangiato
Levrieri a pelo duro
Levrieri a pelo corto
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Un Pastore tedesco di 6 mesi
Classificazione morfologica per tipologie:

•Tipologia Braccoide
testa di forma prismatica, con muso a facce laterali parallele, salto naso-frontale poco accentuato; orecchie grandi e piatte sulle guance; labbra superiori abbondanti che coprono il profilo inferiore della mandibola. Rappresentanti del Gruppo sono: Bracco italiano, Dalmata, Setter, Retriever, Cocker, ecc
testa a forma piramidale; orecchie erette e triangolari; muso allungato ed in rapporto di 1:1 col cranio; labbra superiori piccole e aderenti; dentatura con chiusura a forbice. Rappresentanti del Gruppo sono: Cane da pastore tedesco, Pastore belga, Chow Chow, Fox Terrier, ecc
•Tipologia Molossoide
testa rotonda, voluminosa; orecchie piuttosto piccole; muso più corto del cranio; labbra abbondanti; dentatura con chiusura a tenaglia o prognata. Rappresentanti del Gruppo sono: Mastino napoletano, Boxer, Cane di Terranova, Bulldog, Alano, Dogo argentino, Rottweiler, ecc.
•Tipologia Graioide
testa a forma di cono allungato, stretta; orecchie piccole e portate indietro; rapporti di lunghezza del muso rispetto al cranio 1:1; labbra stirate; dentatura con chiusura a forbice. Rappresentanti di questo Gruppo sono: (Levrieri) Whippet, Borzoi, Saluki, Piccolo Levriero Italiano, ecc.
•Tipologia Bassottoide
i soggetti Anacolimorfi.
•Tipologia Volpinoide
rappresentanti di questo Gruppo sono: Volpino e Piccoli Spitz.
[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]
Un bulldog inglese ritratto ad una mostra canina in Polonia
Cani da caccia:
Col tempo, affinandone le predisposizioni, sono stati selezionati cani con caratteristiche specifiche per i differenti tipi di caccia condotti dall'uomo:
•quelli che inseguivano le prede per poi aggredirle (cani da sangue, cani da traccia, cani da pista) sono stati selezionati per la caccia alla séguita (alla volpe, al cinghiale, all'orso, al coniglio, ecc.): es. segugio, beagle, dogo, ecc.;
•quelli che, percepito l'odore del selvatico, si fermavano a breve distanza e lo puntavano (cani da punta) sono stati usati per la ferma: es. setter, pointer, bretone, bracco, spinone italiano, ecc.;
•quelli dotati di un forte senso del recupero dell'animale abbattuto (cani da riporto) sono stati usati principalmente per il riporto, soprattutto nelle zone acquitrinose (es. i retriever): es. golden retriever, terranova, labrador, beagle:
•quelli che naturalmente (anche grazie agli arti corti spesso dovuti a nanismo acondroplastico) erano portati a seguire la preda fin dentro la tana (cani da tana) sono stati selezionati per la caccia in tana: es. bassotto, terrier, ecc.;

Intelligenza dei cani.(Apprendimento)

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Un American Foxhound
Il cane è un animale sociale che, al contrario di quanto molti asseriscono, non vive in un branco gerarchicamente organizzato. Studi sui cani randagi, in particolare quelli dell'equipe del dottor Bonanni, dimostrerebbero che il concetto di gerarchia lineare nel cane è alquanto inverosimile; semmai esisterebbe un comportamento di competenze condivise fra molti e non sempre. In realtà, vista la storia evolutiva del cane, si può parlare sia di partnership (relazione con mutuo vantaggio fra le parti) sia di leadership (relazione con vantaggio maggiore di una delle due parti) a seconda delle circostanze e di come si formano i gruppi sociali.

Il cane non è più un lupo e quindi non lo si può definire esattamente come animale da branco, ma nella famiglia umana lui vede un "gruppo sociale" paragonabile (a grandi linee) al branco naturale. Alcune osservazioni sul lupo hanno riscontrato che i branchi sono soprattutto familiari (i due riproduttori sono alla guida dei propri figli, spesso di cucciolate di anni diversi); altri studiosi hanno osservato il comportamento di branchi formatisi dall'unione di gruppi diversi, con modalità molto diverse rispetto a quelle dei branchi familiari.

Nel cane solitamente è la madre che si occupa in toto delle cure parentali, dopodiché la guida del "branco misto" passa all'uomo, con il quale il cane instaura un rapporto di collaborazione sociale perché il processo chiamato "impregnazione" (ovvero il fatto che l'uomo interagisca con il cucciolo di pochissimi giorni di vita) convince il cane che apparteniamo, se non proprio alla stessa specie, quantomeno allo stesso gruppo sociale. Secondo alcune scuole (dette "gentiliste") al cane non va chiesta ubbidienza, concetto arcaico tipico di metodi addestrativi basati sulla coercizione; semmai lo si invoglia a cooperare così come alle origini fu la relazione cane/umano.

Secondo altre (dette "tradizionali" o "naturali"), fermo restando l'impegno di evitare al cane qualunque sofferenza, l'obbedienza non è affatto un concetto superato: anzi, è l'unico concetto che il cane, come animale sociale e gerarchico, può far suo, sentendo il vero e proprio bisogno di una guida che lo accompagni nella sua crescita e nella sua acquisizione di un ruolo e di competenze specifiche all'interno del gruppo.

Entrambe concordano sul fatto che l'obiettivo è quello di costruire un rapporto di fiducia corretto e bilanciato. Accanto al concetto di "addestramento" (cioè "rendere destro il cane" ad un'attività sportiva o di utilità) assume grande importanza quello di "educazione" del cane, in cui viene coinvolta la psiche del cane per raggiungere una condizione di equilibrio (omeostasi psichica) che gli permetta di vivere in ambito antropico senza traumi o stress.

Stabilito questo, il cane è, fra gli animali domestici, forse il più facile ed il più proficuo nell'apprendimento ed è capace di imparare ad eseguire un gran numero di esercizi. Alcune affermazioni da parte dello scienziato Stanley Coren lo confermano. Lo psicologo, che raccoglie da anni dati sui comportamenti dei cani, e che insegna psicologia all'università canadese della British Columbia, afferma che la loro intelligenza è profondamente più sviluppata di quanto le persone pensino. Per intelligenza li paragona infatti a bambini di due tre anni: essi infatti, come avviene per i cuccioli d'uomo, hanno basilari capacità aritmetiche (quelli particolarmente intelligenti sono capaci di contare fino a cinque) e sono in grado di apprendere oltre 165 parole (il numero varia sensibilmente, fino ad arrivare a 250 parole nei cani più intelligenti e a un migliaio di parole in casi eccezionali. Egli distingue inoltre vari tipi di intelligenza:
•Intelligenza istintiva: ciò che un cane è addestrato a fare fin dalla nascita
•Intelligenza adattativa: ciò che un cane impara a fare da solo, attraverso l'esperienza
•Intelligenza funzionale (ubbidienza): ciò che l'animale può imparare attraverso l'insegnamento di comandi e ordini
•Intelligenza spaziale: si riferisce alle capacità di un cane di ritrovare ad esempio la via di casa

[Devi essere iscritto e connesso per vedere questa immagine]Stanley Coren
La classificazione di Coren è contestata da altri studiosi ed etologi. Gli antichi (e superati da decenni) metodi di addestramento del cane si fondavano principalmente sulla coercizione per rettificare i comportamenti errati (rinforzo negativo e punizione positiva), fino all'ottenimento del comportamento desiderato. Questo avveniva (e ancora avviene sui campi di alcuni addestratori "vecchio stampo", nonché in molte case private) con l'applicazione di varie forme di pressione fisica e psicologica, dalla semplice sgridata ad alta voce, allo strattone applicato tramite il guinzaglio, fino all'uso di collari a strozzo, a punte o elettrici, questi ultimi controllati a distanza tramite telecomando.

Il progredire delle conoscenze etologiche, e la crescente sensibilità animalista, hanno fatto sì che negli ultimi 30 anni si sia progressivamente diffuso, a partire dal mondo anglosassone, un nuovo tipo di educazione e addestramento, di cui esistono principalmente due scuole. Uno è il metodo gentile, basato sul rinforzo positivo del comportamento desiderato, tramite lo stimolo di quattro fondamentali bisogni del cane, che possiamo distinguere in primari (alimentazione -bocconcini di wurstel o formaggio-, istinto di predazione -inseguimento di una pallina-), e secondari (istinto di competitività -tira e molla-, contatto sociale -carezze-). Questo metodo sfrutta il principio naturale per il quale il cane, come tutti gli animali, tende a ripetere i comportamenti che gli portano un vantaggio, tralasciando i comportamenti che non ne portano.

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Un cucciolo di cane
Una delle metodologie più efficaci facenti parte del metodo gentile è quella del Clicker training, spesso basata sul modellaggio, anche se è spesso male interpretata da chi l'applica in modo approssimativo ed improvvisato, con conseguenti scarsi e approssimativi risultati. L'altro metodo, "tradizionale" o "naturale", parte dal metodo di scuola tedesca senza però tenere più in alcuna considerazione la coercizione e la violenza. Fa invece ampio uso di rinforzo positivo, pur considerando la possibilità di correggere il cane, in vari modi che possono andare dalla semplice sgridata all'azione decisa sul guinzaglio, quando sbaglia, ritenendo che il cane (come confermato da tutti gli studi sul cognitivismo) non sia un mero opportunista ma un essere pensante e in grado di capire perfettamente ciò che il proprietario desidera da lui, quindi in grado di distinguere anche gli errori purché gli si spieghi chiaramente quando e perché ha sbagliato.

Nell'ambito delle attività organizzate di addestramento, vanno diffondendosi per seguito e per approfondimento le "prove di lavoro" riservate ad esemplari delle razze di utilità; si tratta di manifestazioni cinotecniche e sportive organizzate dalle delegazioni dell'E. N.C. I. allo scopo di mettere in evidenza le qualità naturali del cane, nonché la sua attitudine ad applicare ciò che ha appreso dall'addestramento specifico, per individuare e fare conoscere, ai fini dell'allevamento, i soggetti dotati di carattere migliore e più idonei al lavoro.

Le malattie più frequenti nel cane
•Cute e annessi cutanei:
Dermatite batteriche;
Seborrea;
Rogna sarcoptica (Zoonosi);
Demodicosi.
•Orecchio:
Otite batterica;
Otite parassitaria.
•Occhio:
Congiuntivite batterica;
Cheratite;
Entropion;
Ectropion.
•Apparato respiratorio:
Cimurro.

•Apparato gastroenterico:
Gastroenterite da Parvovirus.
•Apparato cardiocircolatorio:
Filariosi cardiopolmonare.
•Apparato riproduttivo:
Piometra
•Apparato locomotore
Displasia dell'anca
Displasia del gomito
•Malattie sistemiche:
Leishmaniosi.
•Malattie Veneree
Tumore venereo trasmissibile
Alimentazione

Nonostante la loro discendenza dai lupi e la classificazione come carnivori, i cani sono descritti da varie teorie accademiche ed altri scritti come carnivori o onnivori. A differenza dei carnivori puri, come il gatto di famiglia con il suo corto intestino tenue, i cani sono in grado di adattarsi ad una dieta ad ampio raggio, e non dipendono da una dieta a base di proteine animali né da un livello molto elevato di proteine, al fine di adempiere alle loro esigenze alimentari. I cani possono digerire una varietà di alimenti, tra cui verdura e cereali, e possono consumare una grande percentuale di questi nella loro dieta. Rispetto ai loro antenati lupi, i cani hanno compiuto adattamenti genetici nella digestione dell'amido che contribuiscono ad una maggiore capacità di prosperare su una dieta ricca di amidi.
Cibi vietati al caneIl fegato canino non ha gli enzimi necessari a metabolizzare la teobromina, rendendo tossici per il cane gli alimenti che la contengono, cacao e cioccolato. Un cane di taglia medio-grande (20–30 kg) può avere disturbi già con 100-150 g al giorno di cioccolato amaro (100% cacao) e può arrivare alla morte con una dose di 500-600 g al giorno dello stesso. Il cane inoltre (come alcuni esseri umani) non tollera le solanacee (per via della presenza di solanina), quindi il pomodoro e altro, soprattutto nelle sue parti verdi, ricche di solanina.

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Curiosità: Sulla prestigiosa rivista scientifica GUT, nel novembre 2010, ricercatori giapponesi del dipartimento di chirurgia e scienze dell'Università di Kyushu hanno provato la capacità del fiuto del cane di individuare e riconoscere i soggetti portatori di tumore al colon e altre forme tumorali. Ciò perché questi soggetti emetterebbero sostanze volatili, individuate dal fiuto del cane, che sono possibili indicatori della patologia sin dalle prime fasi di sviluppo della stessa.


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