Michelangelo Buonarroti - Aforismi
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Michelangelo Buonarroti - Aforismi
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Michelangelo Buonarroti
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Michelangelo Buonarroti
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► Puoi comprare il mio tempo, ma non la mia mente. ► Quale giudizio sarà così barbaro da non comprendere che è più nobile il piede dell'uomo del suo stivale, e che la sua pelle è più nobile di quella delle pecore con la quale si fa il vestito. ► Sia dolce il dubbio a chi nuocer può il vero. ► L'amore è l'ala che Dio ha dato all'anima per salire sino a lui. ► Tutta la matematica del mondo non potrà mai supplire la mancanza di genio. ► Come fiamma più cresce più contesa dal vento, ogni virtù, che il cielo esalta, tanto più splende quant'è più offesa. ► La mia allegrezza è la malinconia. ► Vivo ed amo nella peculiare luce di Dio. ► Signore, fa che io possa sempre desiderare più di quanto riesca a realizzare. ► Si dipinge col cerviello et non con le mani. (Si dipinge col cervello e non con le mani.) ► Assai acquista chi perdendo impara. ► Il marmo è come l'uomo, prima di intraprendere qualcosa, devi conoscerlo bene e sapere tutto ciò che ha dentro. Così, se in te ci sono delle bolle d'aria, io sto sciupando il mio tempo. ► Chi si cimenta con uomini da nulla, non riporta una grande vittoria. ► O notte (...) o ombra del morir.. ► La buona educazione di un uomo e' la miglior difesa contro le cattive maniere altrui. ► Desti a me quest'anima divina e poi la imprigionasti in un corpo debole e fragile, com'è triste viverci dentro. |
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Michelangelo Buonarroti nacque il 6 marzo 1475 in Toscana a Caprese, vicino Arezzo, da Ludovico di Leonardo Buonarroti Simoni, podestà al Castello di Chiusi e di Caprese, e da Francesca di Neri del Miniato del Sera. La famiglia era fiorentina, ma il padre si trovava nella cittadina per ricoprire la carica politica di podestà.
La famiglia di Michelangelo un tempo aveva fatto parte del patriziato fiorentino: due secoli prima un antenato, Simone di Buonarrota, era nel Consiglio dei Cento Savi, il bisnonno di Michelangelo, Buonarrota di Simone, aveva ricoperto le maggiori cariche pubbliche. Poi però il declino sociale: all'epoca in cui nacque Michelangelo il padre era talmente impoverito che stava addirittura per perdere i suoi privilegi di cittadino fiorentino. La podesteria di Caprese, uno dei più insignificanti possedimenti fiorentini, era un incarico politico di nessuna importanza da lui accettato per cercare di assicurare una sopravvivenza decorosa alla propria famiglia.
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Appena nato, Michelangelo fu affidato ad una balia di Settignano, vicino Firenze. Settignano era un paese di scalpellini, vi si estraeva la pietra serena da secoli utilizzata a Firenze per la realizzazione delle costruzioni di maggior importanza. Anche la balia di Michelangelo era figlia e moglie di scalpellini. Diventato un artista famoso, Michelangelo, spiegando perché preferiva la scultura alle altri arti, rimandava proprio a questo affidamento affermando di provenire da un paese di “scultori e scalpellini”, d'aver succhiato dalla balia parimenti il latte e la capacità di scolpire, d'aver bevuto «latte impastato con la polvere di marmo».
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